
IRRIPOT è il nuovo vaso del Millenium. Tranne il modello da tavolo tutti i contenitori IRRIPOT sono predisposti per alloggiare nel sottovaso il dispositivo di irrigazione GoStopWater sia nella versione meccanica e sia in quella elettrica.
Si tratta di un vaso rivisitato e reinventato alla luce dei vantaggi e degli svantaggi della tradizionale terracotta di fabbricazione e dei moderni materiali plastici ivi inclusi gli espansi. Una delle innovazioni apportate sta nella scelta strutturale di adottare una doppia parete con una finestratura della parete interna che permette alla pianta di respirare come avviene nei vasi di terracotta con il vantaggio di evitarne gli inconvenienti. Infatti, se in effetti la porosità della terracotta permette un maggiore drenaggio e un certo grado di aerazione del substrato, l’acqua che evapora tende a far concentrare i sali sulle pareti del vaso e a raffreddare il substrato con dannosi sbalzi termici. Tutto ciò, con la doppia parete non succede poiché lo scambio gassoso è interno all’ intercapedine dove esistono condizione di alta umidità, data la presenza dell’acqua di fondo del sottovaso e la superficie finestrata del contenitore che non è soggetta direttamente alle correnti di aria esterna, poiché protetta dalla parete esterna. Questa soluzione, inoltre, permette al contenitore di non riscaldarsi sotto insolazione ed evita la scottatura delle radici della pianta, come, invece, avviene per l’esiguo spessore e la scarsa coibenza termica degli attuali vasi plastici. Per quanto riguarda i vasi a doppia parete, allo stato dell’arte non esistono contenitori in materiale plastico industrializzati nella forma e con la funzionalità descritti. Per lo più, vi sono vasi con relativo copri vaso o dei contenitori plastici a doppia parete di medie e grandi dimensioni provenienti dallo stampaggio rotazionale; ma in questo caso la doppia parete è confinata alla parte superiore del vaso. Una ulteriore innovazione apportata al contenitore è quella di dotare il sottovaso di un pozzetto interno finestrato in cui si posiziona un dischetto di fibra di cocco come mediatore del contatto acqua di fondo – substrato della pianta. La fibra di cocco idratata raggiunge la superficie del substrato della pianta e con il suo contatto ne garantisce sia il rifornimento idrico che il drenaggio, tale soluzione ottimizza lo sgrondo del substrato della pianta e permette l’eliminazione del classico fondo di materiale inerte di drenaggio.
Lo stato dell’arte per quanto riguarda il settore che contraddistingue i cosiddetti vasi a riserva d’acqua consiste in un sottovaso preposto alla riserva d’acqua (generalmente di alcuni centimetri in altezza) e del contenitore superiore che ospita il substrato. Il mediatore tra acqua e substrato della pianta è nella produzione più curata realizzato con strisce o stoppini di materiale tessile, per lo più cotone, in questo caso il trasporto dell’acqua avviene per capillarità attraverso la striscia o lo stoppino, si ha poi, per la maggior parte della vaseria a riserva d’ acqua, o l’ assenza del mediatore (in questo caso si demanda alle radici che fuoriescono dal fondo, variamente finestrato, il contatto con l’ acqua della riserva del sottovaso) o dei piedini del contenitore superiore in cui si estende il substrato della pianta mettendolo in contatto con l’acqua di riserva del sottovaso .
Nei casi di assenza del mediatore si ha un buon sgrondo del substrato ma per un’efficienza del sistema si deve aspettare la crescita delle radici della pianta curando nella fase iniziale lo sfioramento dell’ acqua con il fondo del contenitore . Nei casi in cui il contenitore è predisposto con dei piedini è lo stesso substrato ad avere in questa porzione il contatto con l’ acqua di fondo in questo caso si ha una pronta risalita capillare ma di contro insorgono fenomeni di asfissia radicale dovuti all’ eccessiva umidità del fondo del substrato della pianta. La soluzione più curata delle strisce in materiale tessile e degli stoppini era ad oggi la migliore tra tutte poiché l’umidificazione avveniva per risalita capillare nella porzione interessata dal contatto rimanendo la restante in aria e sgrondante, di contro quest’ ultima soluzione presentava una bassa efficienza legata alla scarsa superficie di trasmissione dell’ umidità tra le due fasi.
L’ innovazione di apportare al sottovaso un pozzetto interno finestrato con la fibra di cocco innalza l’efficienza del trasporto capillare di acqua verso il substrato della pianta e fa della fibra di cocco un ottimo mediatore specializzato del contatto acqua di fondo – substrato della pianta.
Il fondo del contenitore IRRIPOT è predisposto sia per il dispositivo meccanico di irrigazione GSW e sia per il dispositivo elettromeccanico e la sua struttura permette: un’adeguata risalita capillare dell’ acqua di fondo verso il substrato della pianta, un’ estesa superficie di sgrondo che impedisce ogni fenomeno di asfissia radicale, e un adeguato scambio gassoso (aerazione ) della superficie del substrato sottostante il vaso.
I contenitori IRRIPOT sono semplici da utilizzare, irrigano quando la pianta ne ha realmente bisogno e semplificano la pratica della fertilizzazione e del rinvaso delle piante.